(di Marcel Vulpis) – C’è un forte “profumo” di elezioni in Divisione Calcio a 5 (dopo l’ufficialità dell’uscita del presidente Luca Bergamini, che ha scelto, autonomamente, di non ricandidarsi), ma manca (a sorpresa) ancora la data, anche se è presumibile pensare alla prima settimana di settembre (il 23 settembre, infatti, è stata programmata la data per l’elezione del nuovo n.1 della LND, ovvero la “casa” madre di questo movimento). Per arrivarvi, infatti, bisogna prima completare quelle delle componenti che ne fanno parte.
Nel frattempo non mancano candidati nel mondo del futsal. In attesa di poter consegnare le deleghe (essenziali per l’ufficialità delle candidature), ma senza data è un pò difficile (al momento sul sito non ve n’è traccia), ci sono già due nomi che girano prepotentemente nell’ambiente: il primo è quello di Stefano Castiglia (ha ufficialità sul web la sua candidatura lo scorso 3 agosto), consigliere uscente nella gestione Bergamini, il secondo è quello di Andrea Montemurro (nella foto in primo piano), 47enne impreditore romano (nativo di Colleferro), già presidente della Divisione nel quadriennio 2016-2020 (all’epoca vinse con 94 voti contro gli 82 del concorrente Alfredo Zaccardi, in una burrascosa assemblea capitolina). Adesso lo stesso Zaccardi ha fatto “ticket” elettorale proprio con Montemurro, che si presenta forte di una squadra di dirigenti di lungo corso, ma anche di tanti giovani. E il suo annuncio è avvenuto poche ore fa su una pagina di Facebook. Ne abbiamo parlato con lui per esaminare la proposta elettorale di questa nuova sfida nel mondo del futsal. Un mondo tra l’altro in forte cambiamento, soprattutto dopo la notizia dello scorso mese di luglio della nascita di un Consorzio Lega Futsal Serie A, guidato attualmente dal giovane imprenditore romano (è l’ideatore del progetto “Social Football Summit”) Gianfilippo Valentini.
D. Montemurro si riparte? Anzi verrebbe quasi da dire: ci si rivede!
R: La passione per il calcio a 5 non si è mai sopita. Nel caso specifico è stata larga parte di questo movimento, a tutti i livelli, a chiedermi di fare questa scelta, ovvero di ricandidarmi. E io ho risposto positivamente. D’altronde il futsal fa parte della mia vita da sempre.
D: Partiamo dalla squadra e soprattutto dal programma.
R: Nel primo caso ho puntato su un mix (ovvero giovani con dirigenti esperti), perchè un bravo presidente deve poter contare su una squadra di uomini e donne in grado di guidare la macchina, ma bisogna anche saper costruire per il futuro che verrà. Lasciare quindi una eredità, perchè alla fine siamo tutti dirigenti pro tempore. La cosa giusta, a mio modesto parere, è costruire sempre per il futuro, non solo per il presente.
D: Torniamo al programma…
R: E’ un piano di lavoro che si sviluppa su 22 punti, con una serie di macro aree ben definite. Ad esempio, la riforma dei campionati dando forza alla base e quindi ai campionati regionali. C’è poi la forte esigenza di riformulare una “piramide” tecnico-organizzativa corretta: oggi ci sono più categorie nazionali che regionali. E’ chiaro che ci troviamo di fronte ad una anomalia. Il livello nazionale deve essere, per definizione, l’élite dell’intero movimento non il contrario. Bisogna poi lavorare sulle categorie giovanili e dare alle stesse più visibilità, che, al momento, mi pare, però, che manchi.
D: Che movimento troverà in caso di vittoria…
R: Un movimento, a mio parere, in difficoltà, così come lo trovai nella mia prima esperienza datata 2016 (sia sotto il profilo organizzativo che a livello mediatico). Mi risulta, ad esempio, che nel nazionale siano cessate più di 50 squadre (su un totale di circa 200/250). Quest’anno ci saranno gironi di campionato a 9 club; un movimento, ripeto, chiaramente in difficoltà. E’ il motivo per cui rientro. Tante società mi hanno chiesto fare questo passo. Ho raccolto solo il grido di allarme di tante realtà presenti sul territorio. Non potevo lasciarli più da soli…
D: Avrà sicuramente letto, in queste ultime settimane, della nascita del “Consorzio Lega Futsal Serie A” (un’operazione che ha raccolto forte interesse tra molte società), cosa ne pensa?
R: E’ una notizia che, per certi versi, ha fatto scalpore nel nostro movimento. Per alcuni, mi dicono, è anche una potenziale minaccia, perchè prelude alla nascita di una Lega Futsal, ma a livello personale, in caso di elezione ci sarà sempre dialogo. Nei nuovi progetti non vedo mai elementi di negatività (come magari altri soggetti, nda). Chi mi conosce sa che sono un uomo, un dirigente, sempre pronto ad ascoltare e a collaborare con tutti. Tanti errori nascono proprio da una politica a compartimenti stagni, dove ciascuno si chiude nella propria stanza senza più entrare in contatto con l’altro. Per fortuna non fa parte della mia storia umana oltre che imprenditoriale, non a caso da sempre sono un uomo e un manager di relazioni.
D: In caso di vittoria, nei primi 100 giorni del nuovo mandato, come si muoverà a livello di priorità?
R: La più importante è l’individuazione di una serie di soluzioni tecniche per dare risposte (in tempi veloci) alle nostre società, visto che sono attese da tempo. Poi bisogna lavorare tanto sulla mediaticità del nostro prodotto. Ho il timore, che, senza interventi drastici, si arrivi prima o poi al suo oscuramento. E questo a cascata può creare problemi ancora più gravi nel sistema.
D: Si spieghi meglio…
D: I presidenti delle nostre società, da diversi anni (e il Covid ha aggravato questa situazione, nda), fanno sforzi economici ciclopici (e mi creda è un eufemismo), ma non purtroppo vedono ritorni, nè sul piano economico, nè su quello mediatico. Alla fine spesso decidono di abbandonare. Quando sono stato presidente invece c’è stato un vero e proprio boom di società. Si percepiva una aria di novità e di voglia di fare già nei primi mesi del mio mandato.
D: Lavorerà anche a livello marketing?
R: Nel mio primo mandato, ricordo a tutti, dell’ingresso di Nike. Non un piccolo partner credo. Fece molta eco all’epoca, perchè il colosso americano dello sportswear non si era mai avvicinato prima con questo interesse al nostro mondo. Con me invece investì ed entrò prepotentemente. Fu uno dei miei “goal”, ma prima bisogna lavorare sui media per rendere appetibile il prodotto. Solo dopo ci si potrà muovere sul fronte commerciale.
D: C’è un movimento all’estero da seguire come benchmark, come modello di riferimento?
R: Dobbiamo tornare a far capire che il futsal è assolutamente propedeutico per il calcio professionistico e non solo. Questo ormai avviene già da anni in Spagna, Olanda Portogallo, Francia e in tutto il Sudamerica. Solo noi italiani non abbiamo promosso o spinto su questo tipo di iniziative. Nel mio precedente mandato lanciai “Futsal in soccer“, un progetto che fece avvicinare 14 squadre tra serie A e B al futsal.
D: E sul fronte della scuola?
R: Bisogna assolutamente investire sulle scuole, perchè sono un volano fondamentale. Dovremo parlare con le istituzioni per portare il futsal nelle sistema scolastico una volta per tutte.
D: Nel 2016 dichiarò: “…Porterò il futsal tra i 10 sport più popolari in Italia”
R: Era un sogno nel cassetto su cui avevo iniziato a lavorare seriamente. Adesso avrò modo di completare questo lavoro e di richiudere questo cassetto “ideale” con una serie di risultati tangibili. Ci sono tutte le condizioni, ripeto, per completare quel lavoro (iniziato nel 2016) in questo nuovo mandato.
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