Nel mondo del calcio italiano sta succedendo qualcosa di davvero molto preoccupante

IL CALCIO È DIVENTATO UN PRIVILEGIO?

Nel mondo del calcio italiano sta succedendo qualcosa di davvero molto preoccupante

Non sto parlando di un problema marginale, ma di una vera e propria emergenza che nessuno vuole vedere.

Nell’attuale stagione 2024/2025 sono già stati registrati 571 casi di violenza contro gli arbitri.
Avete letto bene: 571 a stagione ancora in corso.

Nella stagione precedente erano 528. A voi il confronto.
Se sommiamo le due stagioni, arriviamo a 1.099 episodi. Mille-novantanove.
Con 693 giorni di prognosi complessivi, che tradotto significa arbitri costretti a stare fermi, lontani dal campo, perché qualcuno ha pensato bene di passare dalle parole ai fatti.

E sapete qual è il dettaglio che preoccupa ancora di più?
Oltre il 50% di questi episodi avviene nei campionati regionali, e più del 30% nei campionati giovanili.
Sì, avete capito bene: giovanili.
Dove ci sono ragazzi e ragazze che cercano di imparare a fare l’arbitro e si trovano davanti genitori fuori controllo, allenatori e dirigenti invasati ma spesso, purtroppo, anche genitori.

Qualche anno fa, intorno al 2010-2011, in cinque anni erano stati conteggiati 2.365 casi, con un picco di 630 in un solo anno.
Pensavate fosse un’anomalia? Macché.
Oggi, in appena due stagioni, siamo già oltre quota mille.

Ora, mettiamola giù semplice: questi numeri non raccontano di “qualche esaltato” o di “episodi isolati”.
Raccontano di un mondo dove il rispetto per l’arbitro è diventato un optional, dove chiunque si sente autorizzato a insultare, minacciare e, sempre più spesso, aggredire.

E non sto parlando solo di violenza fisica: c’è quella morale, le intimidazioni, il clima di terrore che si crea ogni domenica su migliaia di campi in tutta Italia.

Il punto è che stiamo normalizzando tutto questo.
Quando un ragazzo di 15 anni, alla sua prima direzione di gara, viene ridotto a piangere in mezzo al campo perché non riesce a sostenere gli insulti di adulti che hanno perso ogni senso della misura, dovremmo fermarci tutti e chiederci: cosa sta succedendo al calcio?

Questi arbitri sono spesso volontari, ragazzi appassionati che dedicano il loro tempo alla loro passione.
E come vengono ringraziati? Facendoli scappare a gambe levate.

Chi mai vorrebbe fare l’arbitro sapendo che c’è una probabilità concreta di essere aggredito, insultato o umiliato?

Il risultato? Sempre meno arbitri disponibili, sempre più difficoltà a coprire le gare, un circolo vizioso che ci sta portando dritti al collasso.

Qui non serve l’ennesima norma, l’ennesima commissione, l’ennesimo comunicato.
Serve che qualcuno abbia il coraggio di dire che questa spirale deve finire. ADESSO!!!

I genitori sugli spalti devono incitare i ragazzi e smettere di insultare.
Le società devono prendere posizione, anche a costo di perdere qualche tesserato.
Gli allenatori devono dare l’esempio, invece di essere i primi a contestare ogni fischio.

Perché quei 1.099 casi non sono numeri su un foglio.
Sono ragazzi e ragazze che hanno visto il loro sogno trasformarsi in un incubo.

Bisogna intervenire.
Facciamolo tutti insieme.